Ah, che bella giornata per essere un truffatore high-tech! Immaginate la scena: un dirigente Ferrari riceve messaggi WhatsApp dal suo “CEO”. Subito pensa: “Oh, che onore! Il grande capo mi scrive personalmente per un’acquisizione segreta!” Peccato che il vero CEO, Benedetto Vigna, stesse probabilmente gustando un espresso ignaro di tutto.
Ma aspettate, la storia si fa ancora più succulenta! Il nostro astuto truffatore decide di alzare la posta: una chiamata in diretta con una voce clonata del CEO. Che audacia! Che tecnologia! Che… fallimento epico!
L’arma segreta: la cultura
Il nostro eroe, il dirigente Ferrari, dimostra che a volte la miglior difesa contro la tecnologia è… un buon libro! Con una mossa degna di un film di spionaggio, chiede al falso CEO il titolo del libro che gli aveva consigliato giorni prima. Boom! Il truffatore, colto alla sprovvista, probabilmente ha sudato freddo quanto un motore di Formula 1 al Gran Premio di Monaco.
La morale della favola
Cari aspiranti criminali hi-tech, prendete nota: prima di tentare di truffare una delle aziende più iconiche d’Italia, forse dovreste fare i compiti. Letteralmente.
Ma scherzi a parte, questo episodio mette in luce un problema serio. Come ethical hacker, non posso fare a meno di sottolineare quanto sia pericolosa questa tendenza. Il deepfake non è più roba da film di fantascienza: è qui, è reale, e sta bussando alle porte delle nostre aziende.
Il lato oscuro del progresso
Mentre noi ci divertiamo a creare versioni digitali di noi stessi che ballano su TikTok, i criminali stanno affinando le loro tecniche. La voce clonata del CEO Ferrari era così convincente da far quasi cadere nella trappola un dirigente esperto. Immaginate cosa potrebbe succedere se questa tecnologia finisse nelle mani sbagliate… oh aspettate, è già successo!
Un appello all’azione
Come ho ripetuto fino allo sfinimento nei miei articoli e webinar (sì, sto parlando con voi che vi addormentate durante le mie presentazioni), è ora di prendere sul serio la minaccia del deepfake. Le aziende devono investire in formazione, tecnologia di rilevamento e protocolli di sicurezza.
E voi, cari lettori, la prossima volta che ricevete una chiamata dal vostro capo che vi chiede di trasferire un milione di euro su un conto alle Cayman, forse è il caso di chiedere quale fosse il nome del suo primo animale domestico. Meglio paranoici che truffati, no?
In conclusione, mentre ci congratuliamo con la Ferrari per aver schivato questo proiettile digitale, ricordiamoci che la prossima vittima potrebbe non essere così fortunata. È tempo di alzare la guardia, perché nel mondo del deepfake, la realtà non è sempre ciò che sembra.
E ricordate: se il vostro CEO vi chiama chiedendovi di fare qualcosa di strano, chiedetegli di recitare l’alfabeto al contrario. Se ci riesce, beh, forse è davvero lui!
Maestro del Caos Digitale e Guardiano del Cyberspazio, naviga nel mare oscuro della sicurezza informatica da oltre vent’anni, armato di codice e un irresistibile papillon.
Con la precisione di un bisturi e l’umorismo di un hacker, ha trasformato centinaia di “comuni mortali IT” in veri e propri ninja dell’Ethical Hacking. La sua missione? Insegnare l’arte della difesa digitale a migliaia di ignare risorse aziendali, un firewall alla volta.
Tre segreti che lo rendono un unicorno nel mondo cyber:
Ha una relazione quasi ossessiva con le password. Alcuni collezionano francobolli, lui colleziona hash crittografici.
Il suo gatto si chiama Hash. Sì, come l’algoritmo. No, non miagola in binario (ancora).
Indossa sempre un papillon, perché chi ha detto che non si può hackerare con stile?
Se lo cercate, seguite la scia di bit verdi: è il suo colore preferito. Perché anche nel mondo digitale, è sempre primavera per la sicurezza!